Sono rari gli amori ferroviari, difficile l’incontro fra sconosciuti in treno; ma due libri gettati alla rinfusa nella tasca esterna di una valigia possono intendersela a meraviglia, senza bisogno di occhiate allusive, e perfino accoppiarsi selvaggiamente in un vagone affollato. Sapeste come amoreggiavano, i due volumetti che mi ero scelto per un lungo viaggio! Il primo,
Casi giudiziari
, era un’antologia di racconti siciliani curata da Salvatore Ferlita. Tra questi una novella di Capuana,
Delitto ideale
, dove un uomo che ha lungamente fantasticato un assassinio, senza però mai commetterlo, si sottopone da solo a processo – nel foro interiore, l’unico competente per queste faccende – e si dà la condanna che nessun giudice avrebbe potuto infliggergli: “La mia prigionia non differirà in niente da quella legale. Sarà dura, inesorabile, ed io diverrò tra pochi giorni il carceriere di me stesso…”. Suo compagno di viaggio era
La panne
, il…
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